Sant’Ilario Baganza
Questa frazione ricorda nel suo nome il famoso teologo e dottore della Chiesa, che nacque a Poitieres, nella parte nordoccidentale della Gallia Romana, tra il 310 e il 320.
La sua facoltosa famiglia pagana gli diede un’accurata educazione letteraria che affinò il lui l’amore per la conoscenza e l’instancabile ricerca della verità.
Si sposò ed ebbe una figlia, ma non si sentiva realizzato. Era pervaso da una sottile vena di malinconia per la fragilità e la fugacità delle cose terrene; era costantemente alla ricerca dell’Assoluto. L’incontro con la piccola comunità dei cristiani della sua cittadina lo fece sentire rinato nello spirito, appagato, e desiderò condividere la gioia di questa nuova condizione di pienezza partecipandola ad altri.
Ammirato dai suoi per la fede granitica e la predicazione alta fu nominato vescovo.
Fu un tenace oppositore dell’eresia ariana, che negava la natura divina di Cristo, e continuò a predicare l’ortodossia. L’imperatore Costanzo nel 356 lo esiliò in Frigia (Turchia), ma non riuscì a far cessare il suo impegno nella difesa delle sue convinzioni.
Di ritorno dall’esilio il santo fu in Italia nel 359 e poi fra il 359 e il 362, ma non sappiamo se effettivamente passasse da Parma come dice la tradizione.
In questa chiesa è conservata una pietra, che la tradizione vuole, se non portata, almeno toccata dal santo. Avendo egli mostrato virtù taumaturgiche contro le malattie reumatiche, si ritenne che il contatto con la pietra portasse alla guarigione.
Si hanno testimonianze scritte che già nel XIV secolo molti fedeli accorrevano fiduciosi dalle province vicine nella speranza di avere benefici dalla pietra miracolosa, che è ora murata nella parete interna alla destra del portale principale.